E’ chiamato il “cuore verde” delle Marche, e la spettacolare unicità sta nella natura incontaminata e nel ventre della terra che non finirà mai di lasciare senza fiato chiunque lo visiti.
Questo e molto altro è il Parco Naturale della Gola della Rossa e di Frasassi, oltre 10 mila ettari di flora e fauna (la più grande area protetta della regione) che fanno da guscio alla Gola e alle sottostanti Grotte di Frasassi. Oggi vi raccontiamo alcune esperienze vissute durante il blogtour #marchenatura, ma vi consigliamo anche 10 cose imperdibili che vi permetteranno di scoprire alcuni tesori storico-artistici, immersi in una natura integra e rigogliosa che saprà affascinare i vostri sensi, palato compreso.
La Gola di Frasassi, uno “zoo” a cielo aperto
Il fiume Sentino ha eroso la Gola di Frasassi per millenni, modellandone i dirupi rocciosi e, grazie al fenomeno del carsismo e alle sorgenti sulfuree, ha permesso la creazione del regno sotterraneo delle grotte. Percorrendo la Gola sia nella strada principale che nei numerosi sentieri, si fa fatica a realizzare che, dietro quella parete o sotto quella roccia, si estende un mondo di chilometri e chilometri di fascino, antico come il mondo, incontaminato come un nuovo mondo. La Gola è mistero a 360°, perché oltre allo spettacolo sotto terra ce n’è uno anche sopra; ben 105 (su 124 di tutta la provincia) specie di uccelli nidificano qui: Aquila reale, Astore, Biancone, Nibbio Reale, Civetta, Gufo Reale e la lista è molto molto lunga. Ci sono 40 specie di mammiferi (cinghiale, daino, capriolo, cervo, volpe, tasso, istrice…), 29 tra rettili e anfibi (oltre 12.000 pipistrelli, ovvero una tra le più importanti colonie d’Europa) e appena – si fa per dire – 1.250 specie vegetali. Con un po’ di fortuna si riesce persino ad accarezzare un cerbiatto o a parlare a un Nibbio reale che sembra ascoltarti, nonostante lo sguardo austero, minaccioso e scettico con cui ti osserva.
In bilico nel vuoto: per i più spericolati c’è lo slackline
Da circa un paio di anni, grazie all’idea un alcuni ingegnosi ragazzi del posto, l’intero Parco e la sua Gola fanno da sipario naturale a questa nuova disciplina, lo slackline. In pratica si cammina in bilico su una speciale corda, in piena sicurezza ovviamente, mettendosi in discussione, sfidano l’equlibrio psico-fisico, isolandosi dal resto del mondo per tuffarsi, ovviamente in modo figurato, in un’esperienza senza precedenti che non sarà mai dimenticata. Questo, a parole nostre, lo slacklining che, nel corso del blog tour #marchenatura realizzato lo scorso mese di ottobre, abbiamo ‘assaggiato’ grazie a Paolo Bacchi, uno degli ideatori del Frasassi Climbing Festival, una kermesse da vedere anche… restando con i piedi a terra! Se volete, poi, la montagna potrà essere abbracciata arrampicandosi su pareti che, ad occhio nudo, non offrono nessun appiglio: con allenamento, tecnica e pazienza sarà possibile trasformarsi in ‘ragnetti umani’ accedendo a punti di vista più che privilegiati!
La blogger Federica Beretta prova a mantenere l’equilibrio aiutata da Paolo Bacchi e, a destra, il Frasassi Climbing Festival (Foto giorgi.magri da Instagram)
Tempio del Valadier, regno del presepio vivente e della clausura
A strapiombo sul fiume e sulla montagna delle note Grotte di Frasassi, percorribile solo a piedi dopo una salita a prova di polmoni, si arriva al Tempio (o Tempietto) del Valadier, costruito nel lontano 1828 proprio in una caverna naturale che, appena una manciata di giorni fa, ha ospitato la natività del Bambin Gesù grazie alla rappresentazione del presepio vivente con 300 figuranti e oltre 380 mila visitatori in trent’anni. Stupisce questa costruzione e la sua posizione, ma è ancor più stupefacente pensare che, in origine, l’annesso Eremo di Santa Maria Infra Saxa era un monastero benedettino di clausura. L’edificio è stato eretto proprio sulla montagna, tant’è che una parete della Cappella è la stessa roccia.
Il Tempietto del Valadier (Foto Diego Pianarosa da Flickr) e il Monastero Santa Maria Infra Saxa (Foto da www.turismo.comunedigenga.it)
Grotte di Frasassi: un pianeta nel pianeta ancora tutto da scoprire
Il racconto di chi le ha scoperte è ricco di fascino: tutto ebbe inizio da un piccolo foro che presumibilmente si era originato a causa dello scivolamento della terra secca mista a rami e fogliame provocato dal caldo di quella estate. Era il 25 settembre 1971 quando alcuni speleologi si incuriosirono per la notevole corrente d’aria che fuoriusciva da quel pertugio e decisero di aprirsi un varco. Di lì a poco giunsero ad una piccola sala; un po’ delusi ma ancora colmi di curiosità scavarano alcuni giorni grazie ad altre aperture della roccia che facevano trapelare correnti d’aria. Scivolarono in una strettoia per poi fermarsi sul ciglio di un vuoto. Qui gettarono un sasso e si resero conto di aver scoperto una cavità di oltre 100 metri: era la Grotta Grande del Vento. (Qui la storia nei minimi dettagli). Concrezioni, stalattiti, stalagmiti, una fauna sottostante anche molecolare, umidità al 100%, 14° di temperatura costante e una impossibilità di rendersi conto della maestosità degli spazi a causa della mancanza di punti di riferimento. Questo e qualche milione di visitatori caratterizzano oggi le Grotte di Frasassi. Pensate che sono aperte al pubblico solo per 1,5 chilometri dei 30 complessivi e che possono essere visitate tramite due percorsi speleo-avventura che meritano una preparazione fisica e psicologica, con cunicoli, passaggi stretti e un contatto diretto con la montagna. Si potrà però ammirare uno spettacolo nello spettacolo con la sala Cannella, Quattro Sorelle, Sala Finlandia, Catacombe e Pozzi di Lucia, con l’unicità delle “pelli di leopardo”. Vi abbiamo incuriosito, vero?
Il foro che ha permesso di scoprire le Grotte di Frasassi e, a destra, la caratteristica delle “pelli di leopardo” (Foto da www.frasassigsm.it)
Arrampicarsi sugli alberi e sopra il fiume: un vero e proprio Parco Avventura
Aperto da poco (e riaprirà fra poco, a marzo 2016 per la precisione) è il Frasassi Avventura, un vero e proprio parco, ovvero un’area verde protetta lungo le sponde del fiume Sentino recentemente riqualificata ed attrezzata. E’ pronta ad ospitare quanti vogliono trascorrere una giornata all’aria aperta, immersi nella natura, divertendosi in totale sicurezza sui 5 percorsi avventura destinati a grandi e bambini (viene fornita attrezzatura idonea e certificata). Uno splendido modo per trascorrere una giornata nel cuore del Parco Naturale Regionale Gola della Rossa e di Frasassi, adatto anche ai bambini.
Una ‘scappata’ a Valle Scappuccia
Una breve escursione alla scoperta di una tra le più belle valli del Parco, immersa nel verde e nel silenzio, completamente isolata da barriere rocciose. E’ questa Valle Scappuccia, un luminoso scenario che si apre dopo alcuni metri di sentiero in penombra, nella frescura delle grotte scavate dall’acqua del torrente nella roccia calcarea. Nei balconi rocciosi esposti in quota spiccano le macchie scure della vegetazione mediterranea. Si attraversa più volte il ruscello e si può vivere l’anima del Parco, apprezzando anche gli odori e i rumori del posto.
Genga e San Vittore per tuffarsi tra storia e benessere
Sopra la Gola, nel cuore del Parco, sorge Genga, un piccolo castello nato nel Medioevo su una rocciosa piattaforma del monte Giunguno che si alza quasi improvvisamente dai tortuosi percorsi del fiume Sentino. All’interno la facciata dell’antico palazzo signorile dei Conti e la chiesa dell’Assunta, dove si trova anche la fabbrica della vetusta chiesa di San Clemente. Capolavori dell’antica chiesa di San Clemente si trovano nel Museo a Palazzo Pubblico, eretto dal papa della Genga. Il museo valorizza il patrimonio artistico diffuso nel borgo. Le origini del Castello di Genga si perdono nell’oscurità dei tempi lontani, fino ai tempi del re Pirro. Nella valle, seguendo sempre il fiume, si arriva a San Vittore delle Chiuse, con il ponte romano dell’età augustea. L’Abbazia romanica è una vera e propria perla che venne edificata verso la fine del X secolo. L’interno è poco illuminato e privo di decorazioni, ma un particolare piuttosto curioso che ha attirato l’attenzione di molti studiosi è il simbolo rovesciato dell’infinito vicino alla porta sinistra dell’altare. A qualche decina di metri il benessere è di casa, con il complesso termale Terme di San Vittore. L’acqua, caratterizzata da uno spiccato odore di uova marce dovuto ad un alto grado solfidrimetrico ovvero ad un alto contenuto di zolfo, è molto buone per le affezioni delle vie respiratorie e dei reumatismi.
Fabriano tra carta, Cappelle Giottesche e Museo Farmacia
Conosciuta nel mondo per essere la Città della Carta, il relativo Museo offre la possibilità di scoprire l’arte della lavorazione a mano della filigrana. La via della carta iniziò in Oriente, ma è a Fabriano che subì la vera trasformazione a partire dall’utilizzo della materia prima. Visitare il Museo della Carta e della Filigrana significa rivedere le filigrane in chiaro-scuro più famose, assistere ai mille utilizzi della carta e ai sapienti gesti del “lavorente”, che riproducono un foglio di carta perfetto come faceva l’artigiano oltre settecento anni fa. A Fabriano, oggi, le Cartiere producono per lo più carta filigrana utilizzata per le banconote, che hanno una lavorazione incredibile. Per completare un originale tour della città (da un anno riconosciuta come Città Creativa dell’Unesco) vi proponiamo le Cappelle Giottesche del 1300, nella Cattedrale di San Venanzo, (attribuibili ad Allegretto di Nuzio, scoperte nel 1909 dopo aver rimosso la calce posizionata a protezione dalla peste), il Museo Farmacia Mazzolini e Giuseppucci 1896 Scienza e Natura (interamente intagliato nel legno alla fine dell’800), posizionato a stretto ridosso della bellissima Piazza del Comune, con il Palazzo del Podestà e la meravigliosa Fontana Sturinalto.
Blogger e Instagramer al lavoro dentro le Cappelle Giottesche e una banconota da 100 euro illuminata ad hoc all’interno del Museo della Carta e della Filigrana (Foto a destra di Elisa Bottai)
A Serra, dove “si fa notte innanzi sera”
Uscendo dalla Gola della Rossa si incontra il paese di Serra San Quirico, eccezionale esempio di arroccamento su una costa rocciosa che assume le sembianze di una nave con la prua sulla valle dell’Esino. La lunga camminata delle Copertelle permette di ammirare il paesaggio che lo circonda, ma per farlo bisogna affrettarsi, perché a Serra “si fa notte innanzi sera” a causa del monte Murano, che toglie due ore di sole alla città. Nel 1841 il borgo ebbe l’alto onore della visita pontificia di Gregorio XVI. Segnaliamo l’autentica ‘bomboniera’ rappresentata dalla chiesa di Santa Lucia, risalente al 1200: una delle chiese barocche più belle dell’intera regione.
Leccornie e specialità danno il giusto condimento al tour
Tante le specialità a km zero che offre questo territorio, dalle marmellate ai dolci secchi, dalla pasta con sugo “povero” al salame di Fabriano, passando per un ottimo cinghiale, tartufo, verdicchio e… il calcione, un dolce-salato della zona. E allora cosa aspettate? Venite a visitarlo e… ad assaggiarlo!
Il blogtour #marchenatura nel Parco Gola della Rossa e di Frasassi ha visto la partecipazione della blogger Federica Beretta del blog The Greta Escape e dell’instagramer Elisa Bottai (@elisabottai su Instagram) accompagnati da Andrea Rossetti, del Social Media Team Marche.
Fonte: https://www.destinazionemarche.it/alla-scoperta-del-parco-gola-della-rossa-e-frasassi/ Pubblicato il