Una mistica francescana a Falerone: la Serva di Dio Suor Maria Eletta Ranieri Sani clarissa (1721-1754)

Quando si parla di misticismo femminile viene subito in mente Ildegarda di Bingen. Come potrebbe essere altrimenti? Ma l’intera storia del Cristianesimo è costellata di Sante mistiche.
Il francescanesimo cambia la visione profetica di queste donne elette da Dio. Da una prima elevazione individuale verso Dio in quanto Sposo o Amato; diventa “un’esegesi visiva” della realtà terrena e soprannaturale che si esprime in un linguaggio simbolico, fino a canalizzarsi nell’accezione Serafica in misticismo cristo centrico. Impossibile non riferirsi alla fondatrice del Secondo Ordine Francescano, S. Chiara d’Assisi, o alla più “nostrana” S. Camilla da Varano. Fra queste sante schiere che guidano i cuori verso Dio vi è una minore fra le minori. A quasi 300 anni dalla sua nascita vi presento una donna dal cuore d’oro fiorita nel monastero di Falerone (FM): Suor Maria Eletta Ranieri Sani. Le poche notizie biografiche che abbiamo sono state desunte dalle lettere che Maria, adulta, scriveva ai suoi padri confessori, studiati da Padre Umberto Picciafuoco ofm e pubblicate da lui stesso con l’aiuto di Carlo Tomassini di Servigliano.
Nasce il 9 Febbraio del 1721 a San Severino Marche da Maria Rosa e Sante Ranieri Sani pisani d’origine. Già la sua nascita ha dell’inverosimile, Sante si stava preparando a perdere moglie e figlia al momento del parto: per la nutrice e il medico non c’era nulla da fare. Maria Rosa ricevuta l’Unzione degli Infermi e la Confessione si appresta all’ultima Comunione quando la bambina nasce sana e lei stessa non ha conseguenze. La famiglia dopo aver perso un figlio nel 1726 si trasferisce a Macerata dove l’arte di liutaio del padre può essere più remunerativa. Maria già all’età di 5-6 anni riusciva a capire che ogni mancanza è un peccato e ne sentiva il greve peso. In questo stesso periodo ebbe la sua prima visione. “Vidi una nube luminosa in mezzo alla quale era Gesù Bambino che scese vicino a me, indegna creatura, ed ebbi così la sorte di vederlo la prima volta. Avvicinatosi a me l’amato mio Gesù mi disse queste parole:Maria io vengo a te, ma dammi il tuo cuore e servimi con fedeltà che io sarò il tuo sposo e tu la mia sposa. Maria amami con fedeltà e verrai con me. Fece atto di accarezzarmi e scomparve”. Non solo Gesù Bambino, in quei primi momenti di consapevolezza, ma ebbe più volte anche la visione della Madonna che le disse in diverse occasioni: “Figlia, se le sarai fedele e devota, lo avrai nel tuo cuore e lo potrai amare come tuo Sposo. Impara ad essere mortificata e modesta e offrimi i tuoi fioretti”. O ancora “Per amare Gesù bisogna avere il cuore vuoto da ogni altro affetto. Spiegando al suo confessore diceva “Se vedevo qualche immagini di Maria SS.ma che avesse portato Gesù, subito m’invogliavo di quel Bambino che portava in braccio e a Lei lo richiedevo e la pregavo acciò me lo desse.[..]”. Desiderava solitudine per meditare e pregare tanto che “fabbricavo piccoli romitori con piccole pietre che cadevano quasi subito”. Lei stessa descrive il suo carattere introverso “mi vergognavo di tutti, timida e senza spirito, rustica e aborrivo il conversare e mi era di martirio quando mi trovavo con qualche uomo. Li fuggivo, parte per il contrario genio che ci avevo, parte per la paura”. Sentimenti di una ragazza in crescita fisica in contrasto con la sua più che matura consapevolezza spirituale. Quando i pettegolezzi di paese la raggiungevano, facendole capire che al momento giusto avrebbe cambiato idea a riguardo degli uomini, lei pregava affinché potesse morire prima che ciò avvenisse. Aveva già le idee chiare e pur non sapendo cosa significasse a 9 anni pregò affinchè Gesù accettasse la sua castità!! Fra gli 11 e i 13 anni la sua salute cagionevole ebbe la meglio sul suo corpo, i genitori pensando che morisse fecero voto a S. Luigi e poi a S. Francesco di Paola. Nel secondo caso, pregando sotto un’altare del Santo coi genitori, lei esclamerà “Ecco il Santo che mi ha detto Alzati fuori da letto! E io risposi non posso! Ma lui replicò ti aiuto io, e così dicendo mi porse la mano e io mi alzai e non lo vidi più”. Le sue continue visioni la sbigottivano e la rendevano partecipe delle pene subite da Gesù. Sempre più spesso si recava in chiesa, partecipava a contemplazioni e orazioni a tutte le ore del giorno spesso andando a piedi scalzi all’altare della Madonna delle Vergini. Andò in contrasto con la famiglia. Andare a piedi nudi in chiesa la rendeva di salute ancor più cagionevole, e prendere la Comunione così spesso era disdicevole. Il suo confessore, padre Santoni, un Gesuita, aveva però capito le necessità della ragazza, cercò quindi di mediare fra salute fisica e spirituale, confortando i genitori. Quando padre Matteo Santoni per obbedienza lasciò Macerata non ebbe nessun conforto spirituale non trovando sacerdoti adatti a capire le sue esigenze. Altri due padri Gesuiti la seguirono nel corso degli anni facendola sentire protetta: padre Giovan Battista Scaramelli e padre Francesco Bianchi. Fu padre Scaramelli a consigliarle di mettere in forma scritta le sue visioni. Abbiamo la testimonianza di 150 lettere che erano conservate nell’archivio del Monastero di Falerone; degli altri scritti non abbiamo ancora traccia. Queste testimonianze rivelano una buona cultura , scrive come parla, usa termini e fraseggio locali, a volte cita espressioni di Santi o della Sacra Scrittura. Non vi sono allusioni a fonti o a scrittori profani. Si abbandona a frasi realistiche delle sue esperienze. Nelle sue pagine vi è solo un unico filo conduttore: l’amore per l’Amato, l’amore per il Tutto. Nient’altro! Sia in famiglia che in città la chiamavano “la Servetta” o “la monachina di Macerata” come chi, osservando il suo comportamento semplice e giovanilmente dignitoso, la considerava già monaca in tutta regola. “Con la sua dinamicità e profusione per il prossimo non si può negare che ha anticipato di oltre un secolo quello che è o avrebbe dovuto essere l’Azione Cattolica Ufficiale” (U. Picciafuoco ofm). Fisicamente sempre cagionevole ebbe molte malattie spesso non curate a dovere che si sommavano alle numerose piaghe corporali che doveva sopportare. Ma la sua lotta più terribile fu contro Satana. Molte volte la tentò, minacciando a volte la sua struttura fisica, attentando alla sua vita terrena, o tentandola finemente con le sue malizie per farla cedere spiritualmente. Davvero pregne le lettere che citano tale costante lotta. Alcuni testimoni oculari come la Contessa Pallotta-Baldinucci videro il suo collo torcersi. Fu così spesso visitata da Gesù o dalla Madonna che in una nota scrive “se Dio avesse usato le misericordie che ha fatto a me ad un turco, a quest’ora sarebbe santo e sarebbe più grato a Dio di quel che sono io”. La sua forte fede la spinse poi, finalmente, a convincere la sua famiglia a permetterle di farsi suora. Aveva già visto in una visione quale sarebbe stato il Monastero che l’avrebbe ospitata. Dio scelse per lei le Clarisse di Falerone. Il 4 Giugno del 1752 entrò in monastero e dopo 4 mesi di prebendato iniziò il suo noviziato. La vita in monastero fu dura. Abituata alla dinamicità e all’aiutare il prossimo la staticità della Regola le stava stretta. Così come la rigidità dei comportamenti comunitari. Strinse i denti, ma nelle sue lettere l’impressione di non essere mai adatta è evidente. La lotta incessante verso il più perfido fra i demoni era evidente anche alle consorelle. Il suo corpo fisico era sempre più malandato. Nonostante questo cercava di mantenere gli obblighi imposti dalla comunità, non perché la Madre Badessa fosse tirannica, ma perché lei stessa non voleva cedere all’inattività ed essere costantemente umile nell’obbedire.
Il 23 giugno del 1754 dopo aver chiesto il perdono alla Badessa e alle consorelle per le sue inadempienze, essersi confessata e aver fatto la Comunione, in silenzio guardando il quadro della Madonna Addolorata, fiorì.
Per oltre 2 secoli e mezzo le preghiere alla mistica Suor Eletta sono state ascoltate e ancora oggi sono molte le grazie a lei attribuite. Fra qualche anno ricorreranno i 3 secoli dalla nascita. Un nuovo slancio per la sua devozione???
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Di Emanuele Luciani